
Lo studio
Gli esperti descrivono la plasticosi come una malattia fibrotica dovuta alla continua irritazione che i frammenti di plastica ingeriti provocano sui tessuti dell’apparato digerente. L’infiammazione costante determina la formazione di cicatrici che finiscono per alterare l’anatomia e la funzionalitĂ dei tessuti, causando effetti a catena come un minore assorbimento di sostanze nutrienti e una crescita ridotta.
I ricercatori ne hanno osservato gli effetti deleteri in alcuni esemplari di berta piedicarnicini (Ardenna carneipes): sebbene questi uccelli marini vivano a piĂą di 600 chilometri dalle coste australiane, sull’isola di Lord Howe, sono tra i piĂą contaminati al mondo dalla plastica. Nel loro stomaco sono state trovate cicatrici che lo rendono meno flessibile e funzionale; è stata inoltre osservata la perdita di ghiandole che producono sostanze necessarie per la digestione, l’assorbimento delle vitamine e la difesa da infezioni e parassiti. Questo può incidere sulla crescita dei piccoli, minacciandone anche la sopravvivenza.
Il nome ‘plasticosi’ è stato scelto per l’affinitĂ con altre malattie fibrotiche causate dalla presenza di materiali inorganici, come la silicosi e l’asbestosi. Per il momento è stata descritta solo in esemplari di berta piedicarnicini, ma secondo i ricercatori l’inquinamento da plastica è così diffuso che la malattia potrebbe colpire anche altre specie animali.
